Lunedì e martedì Rai 1 propone una mini serie TV dedicata alla più celebre eruzione del Vesuvio, quella che distrusse Pompei.
A dirigere la fiction, prodotta da Rai Fiction, Lux Vide e Rai Trade, è Giulio Base, che interpreta anche Plinio il Vecchio. E' invece la Direct to Brain, una giovane società di Latina, che ha relizzato gli effetti speciali digitali che trasporteranno i telespettatori nel 79 dopo Cristo.
Effetti speciali che, ha spiegato con orgoglio Luca Bernabei "se ne vedono raramente in Italia, sono meritevoli di attenzione a livello planetario". Effetti speciali che hanno avuto la supervisione Anthony La Molinara, premio Oscar nel 2005 per gli effetti speciali di 'Spiderman 2'.
Un appuntamento per tutti, dagli amanti della storia romana a quelli degli effetti speciali che accontenta anche i telespettatori più romantici. Filo conduttore della vicenda infatti è la storia d'amore tra Marco (Lorenzo Crespi) e Valeria (Andrea Osvart).
Pompei rientra nel ciclo 'Imperium' del quale sono andate già in onda le fiction 'Augustus', 'Nerone' e 'San Pietro' e che si concluderà con Sant'Agostino e la fine dell'Impero.
E per chi ama le curiosità ecco qualche numero. Per la realizzazione di Pompei sono stati impiegati 3.200 figuranti, utilizzati 1.600 costumi, 80 cavalli, 2 elicotteri, due tonnellate e mezzo di cenere finta, 4 tonnellate di carbone, 2 tonnellate di talco, 2.000 pietre scenografiche in polistirolo, 120 parrucche e 40 designer di effetti visivi.
Hello!
RispondiEliminaThis work is very good, thank you
Neanche i tanto decantati effetti speciali hanno salvato Pompei.
RispondiEliminaLa cosa che è mancata di più in questa fiction è stata la Storia (quella con S) che poi era alla basa del ciclo Imperium. Il riultato finale è un banale peplum che narra un improbabile intrigo del passato e una tormentata storia d'amore che non poteva che finire bene, nonostante la tragedia.
Inizialmente la miniserie doveva raccontare la vicenda dei Flavii (Vespasiano, Tito e Domiziano), ma sul sito di Rai Fiction si legge che
Durante lo sviluppo ci siamo accorti della difficoltà di raccontare le vite di imperatori che rischiavano di rimanere troppo distanti dall'immaginario collettivo, e quindi si è cercato di raccontare la storia attraverso uno degli eventi che più hanno segnato il periodo in cui l'Impero era retto da Tito e cioè l'eruzione del Vesuvio e la distruzione di Pompei.
Forse il vero motivo è che temevano che ne raccontare le imprese di Tito rischiavano di attirarsi delle accuse di antisemitismo... fatto sta che in questa Pompei di Storia proprio non ce n'è.
E pensare che sono andata a casa di un mio amico per vedere Pompei e l'ho costretto a vederlo. Oltre a Pompei ho dovuto subire le sue lagnanze!
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