Dal 21 al 23 novembre, il palco di Fortezza Est ospita “È andata così”, un’opera unica, che è teatro, confessione, quasi-stand-up e persino reportage letterario.
Ideato e interpretato da Martina De Santis, lo spettacolo trae ispirazione dal romanzo breve È stato così di Natalia Ginzburg (Einaudi, 1947), un testo potente in cui una giovane uxoricida svela, in un racconto incalzante e ossessivo, le motivazioni che l’hanno portata a compiere un omicidio. De Santis non si limita però a rileggere la storia di Ginzburg: vi innesta la propria esperienza di vita, trasformando l’originale in un viaggio a due voci dove la linea tra realtà e finzione si fa sottile e quasi irrilevante.
Un testo ibrido tra cronaca e immaginario collettivo
L’attrice-autrice parte dal fulcro drammatico del romanzo – quel colpo di pistola che risuona nella confessione della protagonista – per costruire una narrazione che si muove tra diverse dimensioni. È andata così diventa una creatura ibrida, passando da monologo teatrale a confessione personale con la naturalezza di una chiacchierata. Martina parla direttamente agli spettatori come una stand-up comedian che racconta non tanto una “storia straordinaria” quanto un mosaico di episodi, esperienze, visioni che si incastrano nella nostra memoria collettiva.
Il racconto personale di Martina si intreccia con l’ossessione della protagonista di Ginzburg, in una riflessione che esplora i “grandi temi” di perdita e abbandono. Ma a fare da punto di partenza è un episodio profondamente intimo: una caduta in bicicletta, apparentemente banale ma quasi fatale, avvenuta in una giornata confusa e poco fortunata a Milano. Questo momento apocalittico, vissuto a trentatré anni, diventa lo specchio in cui l’artista osserva e interpreta l’atto fatale del romanzo di Ginzburg. Come il grilletto lasciato andare, il manubrio della bicicletta le sfugge di mano, segnando un limite tra il prima e il dopo, tra un prima “intatto” e un dopo “spezzato”.
Un’indagine interiore e collettiva sul lasciar andare
Nello spettacolo, Martina De Santis si avventura in una riflessione su ciò che porta ognuno di noi a “mollare la presa” – su una relazione, su un’idea di sé, sulla propria stessa vita. Utilizzando l’intensità emotiva del romanzo e una narrazione autobiografica, esplora il processo del lasciar andare, del confrontarsi con una fatica che sembra insormontabile ma necessaria per ritrovare un equilibrio.
In questo percorso personale e condiviso, si inserisce persino un questionario, un vero e proprio esperimento sociale in cui l’attrice ha sondato un gruppo di persone per capire meglio il tema dell’abbandono, dell’incidente, e del “lasciarsi andare”. Questo tocco aggiunge profondità alla narrazione, rendendo il pubblico partecipe di una riflessione collettiva che interroga sulla fragilità umana.
Tra ironia e ordinarietà: la leggerezza che racconta la vita
La forza di È andata così risiede anche nel tono lieve che De Santis mantiene, affrontando temi dolorosi senza appesantirli. “È vita ordinaria di gente ordinaria”, racconta, non perché sia priva di intensità, ma perché proprio in quella “banalità” si riflette la complessità dell’esperienza umana. Le parole di Hannah Arendt e Nina Simone richiamate nella pièce sono quasi un filo conduttore: “La vita stessa è piena di storie” e “We always have stories” ci ricordano che il dramma e la bellezza dell’esistenza sono esperienze universali.
Alla fine, Martina riesce a fare di È andata così una sorta di terapia collettiva, una confessione che non è solo catartica per lei, ma coinvolge anche gli spettatori, portandoli a chiedersi cosa significhi davvero abbandonare il controllo, fare pace con le proprie fragilità e accettare ciò che “è andato così”.
Conclusioni: uno spettacolo tra passato e presente, personale e universale
Martina De Santis trasforma l’opera di Ginzburg in un’indagine profonda sulla propria esistenza e sull’umanità. È andata così è uno spettacolo che porta a riflettere su chi siamo e su come affrontiamo le inevitabili cadute della vita. In scena al Fortezza Est, questo racconto ibrido, sospeso tra confessione e letteratura, riesce a trasformare una storia personale in una riflessione universale, dimostrando che, anche nelle esperienze più intime, risuonano i temi di ogni esistenza umana.
E' ANDATA COSI'
21-22-23 novembre ore 20:30
Fortezza Est Stagione Teatrale 2024/25
SIAMO ARGENTO VIVO – Mutevoli, inquieti, imprevedibili
via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara
Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30
biglietto unico 12.00€
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